Le tuple sono sequenze di oggetti eterogenei (in questo senso sono simili alle liste), ma sono immutabili (in questo senso simili quindi anche alle stringhe).
Vediamo come definire una tupla con un piccolo esempio:
Le parentesi tonde “(” e “)” indicano a Python che stiamo definendo una tupla.
Tecnicamente potremmo usare anche solo le virgole, ma senza le parentesi non potremmo creare una tupla vuota ().
Così come per i tipi di dati trattati finora, anche con le tuple possiamo usare le nostre care tecniche di slicing:
Ma non è possibile modificarne alcuna parte, altrimenti verrebbe scatenata un’eccezione:
Le tuple non hanno alcun metodo oltre a count e index.
Per sapere se un elemento è presente o meno in una tupla possiamo anche utilizzare l’operatore “in” che, a differenza di index, non solleva mai eccezioni in quanto restituisce un valore booleano:
Quest’operatore, come è facilmente intuibile, si può utilizzare anche con liste e stringhe.
True e False sono i valori booleani ‘vero’ e ‘falso’ in Python: li vedremo più in dettaglio tra qualche articolo.
Come possiamo definire una tupla contenente un solo elemento? Con un piccolo accorgimento:
Ma a cosa servono le tuple?
Qualcuno si domanderà a cosa servono le tuple, siccome non offrono niente di più rispetto alle liste, anzi presentano parecchie funzionalità in meno.
Il motivo principale risiede proprio nella loro immutabilità, che gli permette di fungere da indici per i dizionari, di cui parleremo a breve.
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